Forse, però, ieri pomeriggio al «Presti» si è superato il limite, valicando la soglia dello spettacolo indecoroso. Tutto ha inizio per un pallone scagliato addosso a a un avversario. Un gesto di stizza. Di fronte ci sono Juveterranova e Amatori. Si giocano il sesto posto del campionato di Terza Categoria, mica la finale di Champions. Ma sempre gara di cartello è, tanto che si gioca nello stadio più importante della città.
Parte quel pallone, centra al petto un calciatore della Juveterranova e si scatena il parapiglia. Un dirigente dell’Amatori si fionda in campo e afferra per la collotta il calciatore biricchino che aveva tirao la pallonata. Si scatena il wrestling: 18 contro 18, panchine incluse. Anche in tribuna volano parole grosse e parte qualche spintone.
Arriva la Polizia e torna la calma.
Mentre sbollisce la rabbia e gli animi si placano, la partita riprende 9 contro 9. Finirà 4 a 2 per la Juveterranova. Con il sorpasso in classifica. All’arbitro, il signor Riccardo Zagarini, gelese, della seziona arbitrale di Caltanissetta, non rimane che fischiare la fine delle ostilità e annotare a referto gol e tafferugli.
Alla fine gli espulsi saranno quattro giocatori in campo, un panchinaro e un dirigente: totale, 6.
«Forse c'era troppo pathos - dice Paolo Comandatore, tecnico dell'Amatori - due calciatori si sono pizzicati tra loro e poi c'è stato un piccolo parapiglia. Nulla di grave, roba da derby. Alla fine non c'era rancore e ci siamo congratulati a vicenda per la bella partita di calcio».
«I derby sono sempre sentiti - commenta Alessio Fisci, presidente-giocatore della Jt – in campo la rivalità c’è, deve esserci. Quello che non condivido è l’eccesso. Le teste calde andrebbero tenute fuori dalle dirigenze dei club. E non mi riferisco a questa o a quell'altra squadra. Parlo in generale. Perché in certi momenti cruciali, anziché tenere a bada gli animi, rischiano di scatenare il parapiglia».
Come accaduto ieri.
(La foto è di repertorio, riferita a una gara di Serie A)