L'alleanza che ha sostenuto Lucio Greco, ottiene 15 grazie al premio di maggioranza. E non 14.
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Quindi risultano eletti i seguenti consiglieri:
Maggioranza (15): Salvatore Sammito, Rosario Trainito, Pierpaolo Grisanti, Giuseppe Morselli, Romina Morselli (Un'Altra Gela); Luigi Di Dio, Enzo Cascino, Carlo Romano (Azzurri per Gela); Diego Iaglietti, Davide Sincero, Rosario Faraci (Una Buona Idea); Gaetano Orlando, Alessandra Ascia (Uniti - Siamo Gelesi); Giuseppe Guastella, Valeria Caci (Impegno Comune).
Coalizione Spata (6): Giuseppe Spata (candidato sindaco uscito sconfitto al ballottaggio); Gabriele Pellegrino, Salvatore Scerra (Avanti Gela); Emanuele Alabiso (Lega); Sandra Bennici (Fratelli d'Italia), Salvatore Incardona (Udc).
Altre liste (3): Paola Giudice (Ripartiamo da Zero); Vincenzo Casciana (Maurizio Melfa Sindaco); Virginia Farruggia (Movimento Cinquestelle).
Adesso che la proclamazione è un atto ufficiale, l'ufficio di Presidenza avrà 5 giorni di tempo per indire la prima adunanza pubblica, la prima seduta del Consiglio Comunale.
Ci sarà il passaggio di consegne tra il commissario, Rosario Arena, che ancora detiene la carica in sostituzione del consiglio, e i 24 neo eletti.
Prende il seggio Romina Morselli (quinta della lista «Un'Altra Gela»); sfugge per un soffio il seggio a Sara Silvana Cavallo (di «Avanti Gela») la quale sarebbe stata eletta in caso di orientamento di segno contrario da parte dell'Ufficio Elettorale Centrale, ovvero, se avesse stabilito di assegnare 14 seggi alla maggioranza (non 15). A saltare dalla lista degli eletti - in quel caso - sarebbe stata proprio Morselli, aprendo le porte dell'aula a Sara Cavallo per il secondo mandato consecutivo.
Finisce qui?
No. Fonti vicine all'onorevole Pino Federico, leader e ispiratore di «Avanti Gela» anticipavano un probabile, anzi certo, ricorso in caso di giudizio sfavorevole alla candidata Cavallo. Ma la stessa cosa sarebbe accaduta probabilmente a parti inverse.
Oramai, infatti, non c'è elezione che non abbia una coda davanti al Tar.
Colpa di leggi elettorali che spesso prestano il fianco al principio del ragionevole dubbio.