Stante alle indagini svolte dalla Direzione Antimafia, l'uomo sarebbe soggetto contiguo a cosa nostra, in particolare, al clan Madonia, per aver messo a disposizione del sodalizio ingenti disponibilità finanziarie, in cambio di interventi finalizzati a imporre la sua supremazia imprenditoriale.
«Ciò - spiega in una nota la Dia - gli avrebbe consentito, sostanzialmente, di acquisire attraverso la forza di intimidazione mafiosa una posizione dominante e di esclusivo controllo nel settore nevralgico delle forniture e del trasporto di inerti, sfruttando anche il metodo delle cosiddette sovrafatturazioni, impiegati per la realizzazione di opere pubbliche e private».
Il provvedimento di confisca riguarda 4 aziende di Gela, 47 immobili (tra fabbricati e terreni) e numerosi rapporti bancari per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro.